Cosa è PNA?

Il PNA – Premio Nazionale delle Arti è un premio annuale riservato agli studenti iscritti alle istituzioni ed ai corsi accreditati del sistema AFAM. Nel 2023 la cura della XVII edizione della sezione Design è stata affidata all’ISIA di Roma. 
ISIA Roma, per questa edizione, ha individuato un tema sfidante e di forte attrattività: “VISIONI DI DESIGN. Progetti dal futuro”.
I giovani studenti di design, delle istituzioni AFAM nazionali e delle Università internazionali, sono stati chiamati a raccontare aspettative e aspirazioni, mostrare visioni e pre-visioni, coadiuvati dai loro docenti, promuovendo progetti che possano immaginare e ipotizzare il futuro. La finalità è stata quella di favorire lo stimolo a immaginare il futuro, attraverso una metodologia progettuale multidisciplinare e un’operatività sistemica, sviluppando la capacità di definizione dei processi logici e l’attitudine a gestire complesse relazioni, al fine di sviluppare progettualità in grado di immaginare e rispondere alle necessità dei contesti e degli scenari futuri. 

Tema

Il design risponde alle necessità della collettività: una società articolata e informatizzata, multietnica, multitecnica, multiculturale e multitecnologica, avrà esigenze e bisogni profondamente differenti da ciò che conosciamo oggi. Il design è chiamato a immaginare le prospettive e gli scenari del futuro attraverso l’individuazione di metodologie formative capaci, a livello culturale e nella prassi, di sviluppare progetti complessi. Il progettista può contare su una rubrica di strumenti operativi per poter sviluppare i concetti e renderli progetti e, in alcuni casi, i prodotti stessi della progettualità.

Questi strumenti avanzati, sempre più informatizzati e multimediali, dotati di capacità d’interazione e partecipazione, sono condivisibili ed espandibili attraverso la logica open source, che è sempre condivisa, inclusiva, sostenibile.

Attraverso una tipica funzione del design, quella della pre-visione, il designer assume un ruolo di oracolo e prefigura scenari futuri altamente complessi,

nei quali affrontare i temi del clima, dell’economia, della società, della produzione, della globalizzazione, dell’innovazione tecnologica e digitale. Se il design è lo strumento relazionale per prendere le giuste decisioni, mettere in atto la collaborazione tra i saperi, le visioni e le competenze, il designer è il regista-progettista, in grado di condurre, organizzare e disegnare il futuro.

All’interno del Premio Nazionale delle Arti i giovani studenti sono chiamati a raccontare aspettative, aspirazioni, visioni e pre-visioni, aiutati dalle capacità di veggenza dei loro docenti nel promuovere progetti che possano immaginare e ipotizzare il futuro.

Il designer opera attraverso griglie tematiche, in cui idee ricorrenti e nuove esigenze si incrociano, creando una mappa di richieste che vanno dalla maggiore qualità della vita a nuovi sistemi insediativi; dalla sostenibilità ambientale e tecnologica alle relazioni tra sistemi complessi; dai nuovi linguaggi espressivi e interattivi ai diversi bisogni della persona e della collettività. Una visione inclusiva, capace di valutare le interazioni tra sistemi e cogliere gli elementi che condurranno allo sviluppo consapevole e maturo del progetto, che diviene così non fine da perseguire ma nodo valoriale nel sistema.

Anna Maria Bernini

Ministro dell’Università e della Ricerca

Sperimentazione, ricerca. Con questi strumenti, e con la loro passione, gli studenti sono stati chiamati a raccontare ispirazioni e aspettative, progettando un’ipotesi di futuro. Il tema della XVII edizione del Premio nazionale delle Arti “VISIONI DI DESIGN – Progetti dal futuro”, definisce bene questo percorso.

Un percorso che è anche una necessità in un tempo dove quello che sarà ci preoccupa ma allo stesso tempo ci affascina, ci ammalia, ci conquista. «Quando non c’è visione non c’è speranza», come disse George Washington. Questo Premio è un appuntamento annuale pensato per accompagnare e promuovere il percorso del sistema AFAM (l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica) che è poi uno dei tre pilastri, con Università e Ricerca, del Ministero che mi onoro di rappresentare. Per quest’anno l’organizzazione della sezione Design del Premio l’abbiamo affidata a ISIA Roma Design, l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, dal 1973 il primo Istituto universitario pubblico di design in Italia.

L’obiettivo del PNA è sempre lo stesso: dare costante attenzione e rilievo a una ‘vetrina’ sul cammino dei nostri studenti ma anche offrire un’opportunità per una riflessione sull’impegno in un settore strategico del Paese. Un’occasione che per questa edizione 2023 ha saputo richiamare quasi 471 allieve e allievi in gara con le loro idee e opere.
Quasi 60 i progetti proposti e 23 gli Istituti rappresentati con una partecipazione anche di università straniere. A selezionare tutte le opere una giuria composta da esperti e personalità del mondo del design.

Ecco, l’AFAM è questo, un laboratorio di talenti, di creatività, di eccellenza, la custode del know-how più identitario del nostro Paese.
Mi sembra quasi pleonastico ricordare quanto il design ci abbia dato come immagine moderna ed ammirata in tutto il mondo: il ‘Made in Italy’ nasce così. Ma non è solo un credito di credibilità che abbiamo riscosso grazie alla nostra scuola di design e ai suoi maestri. C’è il risultato di una spinta all’economia che è stata fondamentale e che porta alta la bandiera del Paese anche in tempi più difficili.

“VISIONI DI DESIGN – Progetti dal futuro”.

Questo Premio ci lancia un messaggio anche di ottimismo perché non c’è Intelligenza artificiale che possa ancora prendere il posto della creatività più originale. Il Premio nazionale delle Arti aggiunge qualcosa al percorso che gli studenti dell’AFAM hanno intrapreso. Visibilità. Ma non solo. È un modo in più per valorizzare i talenti e per permettere ai nostri studenti di affrontare un confronto aperto. Perché il futuro non è una stanza chiusa.

Massimo Ricciardi

Presidente ISIA Roma Design

Il Premio Nazionale delle Arti è un’occasione di grande comunanza, ascolto e scambio fra tutte le anime che compongono l’universo del comparto AFAM.

Questo evento, giunto alla sua diciassettesima edizione, premia ogni anno il miglior progetto fra quelli selezionati in tutti gli ISIA, le accademie e altre istituzioni di design e belle arti d’Italia, con una solida partecipazione anche di realtà universitarie straniere.
Quest’anno l’onere e l’onore di organizzare l’evento, nella sua prestigiosa sezione design, è stato affidato dal MUR all’ISIA di Roma, che, con la consueta competenza scientifica e culturale, ha dato vita ad uno spazio di riflessione ideativa aperto a tutti gli attori qualificati del comparto.

Sin dalla nascita del Premio il design, nelle sue forme di prodotto, servizi e comunicazione, ha giocato un ruolo fondamentale nel definire il senso e tracciare il percorso che conduce ad una sempre maggiore condivisione e collaborazione.
L’edizione 2023, più di ogni altra, ha visto la partecipazione di progetti scaturiti da domande su temi etici, di inclusività e sostenibilità.
Per poterli valutare al meglio, ISIA Roma si è avvalsa di una giuria composta da eccellenze dal mondo del design, professionisti ed esperti chiamati a riconoscere, in un progetto accademico, la prosecuzione di un percorso progettuale in grado di contribuire alla trasformazione del nostro domani.

Tommaso Salvatori

Direttore ISIA Roma Design

Cos’è il design? Cosa intendiamo con questa piccola parola capace di raccogliere, contenere, generare mondi interi?

Il design è, per definizione, inclusione e confronto: attorno al progetto confluiscono le idee, le capacità, le competenze, i valori di intere generazioni.

Questo volume cataloga i progetti che hanno partecipato al PNA-Premio Nazionale delle Arti/Sezione Design 2023, organizzato da ISIA Roma Design e dedicato a tutti i designer del mondo, che lavorano ogni giorno alla creazione di un nuovo immaginario collettivo, più sostenibile e giusto.

Il Premio, che si ripete ogni anno, è un evento dai grandi significati sociali e culturali. Questa edizione 2023, in particolare, assurge a momento di grande apertura, relazione, contaminazione e inclusione perché, più di ogni altro anno, ospita diverse realtà, dalla provenienza eterogenea.

Il PNA 2023, infatti, comprende i lavori progettati da competenze totalmente differenti, che si sono unite, convergendo, per celebrare al meglio il design, la sua forza generativa e i suoi studenti più meritevoli.

Tutti noi abbiamo metodologie e pratiche differenti, a volte divergenti; i nostri percorsi si sono svolti, diramati e differenziati nel tempo, eppure siamo tutti all’interno di questo catalogo, nessuno escluso: gli ISIA, le accademie, gli istituti AFAM, le università internazionali, le istituzioni pubbliche e private, le realtà imprenditoriali, gli enti, la società civile.

Eccoci vicini, in dialogo, in connessione, guidati dal principio che il design sia un connettore e sappia sempre prefigurare nuovi scenari: il design è magico, portentoso, universale, parla una lingua sistemica e sperimentale, con la quale è in grado di raccontare, da sempre, la storia dell’umanità.

E partendo dall’inizio della storia del mondo eccoci quindi oggi al PNA 2023, pronti a premiare e celebrare assieme il progetto più bello di tutti, quello che funziona meglio di qualsiasi altro perché multiculturale, multitecnico e multietnico.

Oggi, grazie a questo premio, le nostre forze confluiscono, si moltiplicano, si amplificano: attraverso la struttura del Premio Nazionale delle Arti creiamo connessioni ed aumentiamo il confronto fra tutte le realtà del comparto AFAM, che vogliono, sanno e possono prendere sempre più parte alla catena produttiva e alle opportunità infinite della ricerca.

Con questo Premio non consegniamo solo un riconoscimento a studenti e progetti vincitori, facciamo di più, molto di più: ribadiamo con forza a tutta la società e al mondo accademico che questo comparto del MUR vive e lavora con vigore, energia e competenza, che ci sono visione e voglia di crescita nella sua produzione accademica, speranza e voglia di futuro nei suoi progetti di ricerca.

Il Premio Nazionale delle Arti, in questa edizione organizzata da ISIA Roma, si presta anche come vascello di formazione nel mare magnum delle realtà accademiche, introducendo modelli formativi aperti e di scambio: è attraverso la sua rete, infatti, che sono state costruite, negli anni, nuove opportunità culturali e formative per gli studenti italiani di design.

Parliamo, ad esempio, dell’ISIA Summer School, che ospita studenti provenienti dalle accademie e ISIA d’Italia; di questo catalogo, che contiene il meglio della produzione accademica e di ricerca sul design; di conferenze e presentazioni, che hanno ospitato esperti del design internazionale; di questo Premio, del quale ogni anno si fregiano i progetti più innovativi; e, infine, della mostra conclusiva dell’intero percorso, che quest’anno sarà ospitata dal MACRO, Museo dell’Arte Contemporanea di Roma, luogo deputato all’esposizione del nuovo e dei nuovi linguaggi.

In quale altro modo celebrare il design, fucina del mondo?

Noi conosciamo questo, e oggi ci stringiamo attorno ai nostri meravigliosi studenti, il nostro progetto per domani.

Giovanna Cassese

Presidente CNAM – Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale

Il design è visione di futuro, è la capacità di immaginare mondi, perciò è essenziale interrogarsi costantemente sui suoi statuti disciplinari e chiedersi quale futuro per il design, o meglio, quale design per un futuro fondato su democratici principi di uguaglianza e tolleranza e per un pianeta ecosostenibile.

Nella complessità della scena contemporanea, e con la consapevolezza che oggi il termine design assuma un significato sempre più espanso nella nostra società liquida, il momento della formazione dei futuri designer è centrale per sviluppare direzioni, mettere a fuoco strategie, raccogliere idee innovative, lavorare su visioni di futuro con un metodo fondato sulla cultura del progetto, che valorizza la creatività ed enfatizza il momento del processo nell’ambito di una concezione etica ed estetica della disciplina.

Il design è patrimonio identitario materiale e immateriale della nazione: ci viene riconosciuto in ambito internazionale attraverso la felice espressione del Made in Italy, che comprende l’hand made e il genius loci.

Le istituzioni di alta formazione artistica in Italia, gli ISIA, le accademie di Belle Arti, le scuole di progettazione artistica per l’impresa: tutte queste realtà si fondano fortissimamente sulla cultura del learning by doing, sulla contaminazione dei saperi, sulla creatività giovanile, e sono costantemente in dialogo con la cultura del progetto, grande laboratorio di idee e best practice in chiave sperimentale; in questo modo diventano il luogo privilegiato per ridiscutere i paradigmi dei saperi del design e laboratori attivi per una presa di coscienza politica sul destino dell’umanità. Il momento della ricerca e della sperimentazione è centrale per sviluppare nuove idee e visioni che si trasformano in progetti realizzabili grazie ad una cultura a tutto tondo, che attraversa teoria e prassi, saperi umanistici, scientifici e tecnologici.
I nostri progettisti in erba sono il futuro, e le loro idee, le loro ricerche e produzioni vanno valorizzate con determinazione.

Il Premio Nazionale delle Arti è una grande e consolidata opportunità, promossa dal MUR, di scambio e conoscenza in ambito nazionale ed internazionale. E piace vedere, in questa XVII edizione, che i progetti di ricerca e di tesi siano esposti simbolicamente in un grande museo di arte contemporanea quale il Macro di Roma, creando fecondi cortocircuiti oltre il confine, con il dichiarato intento di fare rete e partecipare a pieno titolo al sistema del contemporaneo.

Il PNA non è solo vetrina dei talenti e del loro coraggio di affacciarsi sul ciglio del futuro con spericolata decisione e utopica passione: è anche cartina di tornasole della qualità e competenza dei docenti e delle politiche culturali delle istituzioni formative stesse, della loro capacità di agire in un network di riferimento, di trovare sintonie con il territorio mettendo in atto azioni importanti d’innovazione, sostenibilità, rilevanza sociale e di Terza Missione. Ancora una volta è proprio la ricerca ai massimi livelli la protagonista indiscussa di questa edizione del PNA, organizzata felicemente dall’ISIA di Roma, che consente di ribadire con forza il diritto e la necessità del pieno riconoscimento e della valorizzazione della ricerca artistica e scientifica delle istituzioni AFAM. Mi auguro anche, in rappresentanza del CNAM, azioni decisive di politica culturale: il CNAM infatti chiede con forza il pieno riconoscimento della ricerca artistica e scientifica svolta dalle istituzioni AFAM in tutti i suoi ambiti. Riteniamo fondamentale che le attività di ricerca AFAM siano finalmente oggetto di attenzione reale e supporto da parte del Ministero.

L’AFAM può dare un contributo prezioso e insostituibile per la creazione di un’economia basata sulla conoscenza, identitaria ed essenziale per il futuro del nostro Paese, alla luce dell’articolo 9 della Costituzione e della Convenzione di Faro.

Miguel Gotor

Assessore alla Cultura di Roma Capitale

Le metropoli moderne, con la loro complessità e dinamicità, trovano nell’arte e nel design degli indispensabili alleati per la loro crescita e sviluppo. L’importanza di queste discipline va ben oltre l’estetica: esse sono le fondamenta sulle quali si costruiscono esperienze, identità e connessioni all’interno degli spazi urbani.

Roma non fa eccezione e, oltre a essere nota in tutto il mondo per il suo insostituibile patrimonio storico-culturale, ospita anche numerose istituzioni di alta formazione artistica che possono dare un contributo fondamentale anche al suo sviluppo sociale e urbanistico.
La creatività, infatti, ha un potere rigenerativo, che può contribuire a ridefinire l’aspetto e la funzionalità dei beni comuni, affrontando, al contempo, le sfide della sostenibilità ambientale, dell’accessibilità e della coesione sociale. Sotto questo profilo, la sinergia tra arti, design ed evoluzione urbana appare uno strumento imprescindibile per trasformare gli spazi civici in luoghi più invitanti e funzionali, per ridurre le diseguaglianze e immaginare città più accoglienti e belle per tutti.

Il ruolo delle istituzioni in questa prospettiva non può che essere quello di agevolare lo scambio e il fermento di idee fra i giovani che scelgono di dedicare una parte importante del proprio percorso formativo e professionale alle discipline creative. Come Capitale ci impegniamo, sempre di più, a fare la nostra parte e siamo felici di poter ospitare l’edizione 2023 della sezione Design del Premio Nazionale delle Arti al MACRO, il Museo di Arte Contemporanea di Roma. Crediamo infatti nella necessità di aprire le istituzioni culturali ai giovani e agli studenti per renderli i protagonisti di un cambiamento a lungo termine, capace di ridefinire la qualità degli spazi pubblici e della vita delle persone.

Francesco Saverio Aymonino

Vicepresidente Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e provincia

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia (OAR) intrattiene da tempo proficue collaborazioni con l’ISIA di Roma ed è con grande interesse che ha accolto l’invito a patrocinare il premio, assegnando una menzione speciale ad uno dei progetti candidati.

Le tesi partecipanti evidenziano quanto una formazione di eccellenza sia un fattore propulsivo per quei progetti che, proiettandosi negli scenari futuri, prefigurano soluzioni efficaci a problemi complessi, unendo tradizione, innovazione e creatività, perché «la creazione architettonica, la qualità delle costruzioni, il loro inserimento armonioso nell’ambiente circostante, il rispetto dei paesaggi naturali e urbani e del patrimonio collettivo e privato, sono di pubblico interesse», come recita la Direttiva 2005/36/CE al 27°.

La sfida che ci attende è sicuramente la messa a punto di processi di rigenerazione urbana, ambientale e sociale che, guardando al futuro del pianeta e dei suoi abitanti, siano capaci di reintrodurre quella qualità che l’attuale modello di crescita ha troppo spesso trascurato, rendendo i nostri territori ambientalmente e socialmente degradati.

La ricerca ERO – Eco sorveglianza agile affronta un aspetto delicato in tema di rigenerazione e recupero dei territori: la bonifica dei terreni inquinati. Il progetto propone un modello di decontaminazione che, attraverso avanzate tecnologie, risolve il problema in termini di sostenibilità e di economicità, restituendo alle generazioni future la speranza di poter vivere in un ambiente più sano e, possibilmente, più bello.

Giuseppe Furlanis

Presidente di giuria

La complessità che caratterizza il nostro tempo, per la quale Zygmunt Bauman ha coniato l’efficace definizione modernità liquida, per evidenziare la sua attitudine ad assumere forme continuamente mutevoli, produce uno stato di incertezza sui possibili scenari futuri.

Una condizione di dinamica instabilità che, nell’intrecciare nuovi bisogni a nuove forme del sapere, chiede al design di allargare i propri confini per affrontare le questioni di maggior rilevanza, a partire dalla tematica ambientale che sempre più rivela l’inadeguatezza dall’attuale modello di sviluppo.

Già nel 1970 Tomás Maldonado, nella sua La speranza progettuale, aveva evidenziato l’esigenza di interpretare la progettazione come un fenomeno globale con al centro la questione dell’ambiente; questo per contrapporsi ad un processo entropico che non solo genera il degrado delle risorse naturali ma che produce crescenti squilibri sociali.

Quella di Maldonado è una concezione del progetto che intende la ricerca e l’innovazione come sistemi complessi di relazioni tra più competenze e più saperi specialistici diversi.

Nonostante la consapevolezza della gravità di alcune problematiche sociali ed ambientali, la progettazione, e, nel nostro specifico, le scuole di design, non possono rinunciare ad un sentimento di fiducia nei confronti del futuro e all’essere protagoniste dei processi di cambiamento, proponendo progetti di effettiva utilità sociale.

In questo senso i progetti presentati in occasione del Premio Nazionale dell’Arti, Visioni di design progetti dal futuro, organizzato da ISIA Roma, si offrono come una preziosa occasione per un confronto sugli sviluppi della didattica del design, così come sulla capacità delle scuole di progettazione di affrontare argomenti complessi mantenendo viva nel proprio orizzonte una prospettiva ideale che sappia dare senso e significato alle loro scelte.

Condizione essenziale, questa, per chi è impegnato nella formazione, perché, come ha scritto John Dewey, «Educare significa arricchire le cose di significati».

I progetti presentati nelle due sezioni del premio, ricerca e tesi, dimostrano efficacemente come le scuole di design siano in grado di confrontarsi con la complessità del nostro tempo con coscienza critica e con la capacità di proporre nuovi percorsi progettuali.

In questo senso è possibile guardare a queste opere degli studenti come ad isole di pensiero capaci di svelare passioni, interessi e desideri; isole che possono creare arcipelaghi nei quali le esperienze individuali, divenendo patrimonio collettivo, permettono, attraverso l’entusiasmo e il desiderio che è dei giovani, di guardare al futuro con rinnovata fiducia.